Singoli errori che vanificano prestazioni importanti, infortuni che colpiscono un intero reparto, pause e soste forzate, calendario complicato, episodi negativi, mancanza di cinismo; vi sono tutta una serie di con-cause inesorabilmente connesse tra loro che spiegano la situazione di stallo in classifica venutasi a creare nel periodo successivo alla bellissima vittoria di Livorno.
Dopo quella trasferta il morale era a mille, l’entusiasmo palpabile, lo Spezia si apprestava ad affrontare il Pescara capolista al “Picco” con la consapevolezza che, tre punti, l’avrebbero proiettata in testa alla classifica, seppur provvisoriamente.
Pescara affrontato con grande personalità, una gara giocata alla pari da parte degli uomini di Pasquale Marino, che hanno pagato caro il cinismo degli ospiti ed uno degli errori in cui è incappato Lamanna da inizio anno fino ad arrivare ad oggi.
Un miracolo quasi inspiegabile di Fiorillo su Galabinov, poi, ha rappresentato la lama di un coltello che si infila dolorosamente sotto pelle, per una sconfitta tra gli applausi che rimanda ancora quel “sogno”.
Nell’immediato post partita, il tecnico aquilotto dichiarava : “Andremo a Padova per prenderci quei punti che ci sono mancati oggi e riconfermare l’alta classifica che questa squadra e questa tifoseria meritano”.
A Padova, però, siamo andati falcidiati dagli infortuni nel reparto avanzato, una spada di Damocle sul match e sulla necessità di prenderci tre punti fondamentali per continuare a formare una mentalità d’alta classifica.
Lo 0-0 è stato risultato scontato, accettato, che però ha smosso poco in tutti i sensi.
Sfortuna proseguita con la bufera d’acqua e di vento piovuta improvvisamente sulla Liguria e sulla nostra città, intemperia che ha portato all’inevitabile rinvio della gara contro il Benevento, seguito dal nostro regolare turno di riposo.
Due turni, quindi, in cui lo Spezia ha visto giocare gli altri, con la tabella in classifica ferma a 13 punti e la prospettiva della trasferta a Salerno che, se era vista senza particolari preoccupazioni negli ultimi anni, non è cosi quest’anno; la formazione di Colantuono, infatti, vive come non le succedeva da tempo fasti e morale d’alta classifica.
La cronaca di questa trasferta è storia recente, che ha visto i bianchi uscire tra gli applausi ma ancora senza punti, vittime di tutta una serie di episodi negativi che hanno inciso profondamente sul pomeriggio storto.
Sarebbe senz’altro servito un turno più agevole, ed una più benevola mano del destino in un momento importante del campionato.
Invece, in un lampo e senza chissà quali demeriti tecnico-tattici, lo Spezia si ritrova distante da quella posizione di classifica che rivestiva a testa alta, con convinzione ed entusiasmo, fino a qualche settimana fa.
Qualcosa che unisce i nostri autunni sfortunati c’è, dentro mesi maledettamente importanti per tutta una serie di motivi che, oltre alla classifica, prendono gambe e testa, mentalità e morale, fiducia e leggerezza, andando ad incidere sul presente e l’immediato futuro, a meno che non si trovi la forza e la fortuna di gettarsi questo momento alle spalle ed ingranare le marce a tutta velocità.
Perché adesso, se le aquile vorranno continuare ad avere come obiettivo l’alta classifica, non ci saranno cosi tanti margini di errore, neanche per quanto riguarda il recupero di domenica contro il Benevento, guarda caso altra partita tutt’altro che agevole, considerata la forza dell’avversario ed il loro momento delicato.
Fuori i gol, fuori l’orgoglio e la cattiveria agonistica di ciascun attaccante che ha voglia di lasciare un’impronta importante, per trascinare un gruppo che ha grandi margini di crescita e potenzialità in parte ancora inespresse.
A gennaio, poi, scopriremo se si dovrà intervenire sul mercato, senza guardare in faccia a nomi e carriere.
