Fino a qualche anno fa guardavamo Bepi Pillon con nostalgia ed ammirazione; lui, uno dei beniamini di quello Spezia amatissimo targato anni ’80, impegnato un anno si e l’altro pure a giocarsi promozioni e campionati di vertice sulle panchine della serie B.
Oggi anche noi, seppur tra alti e bassi, facciamo parte di questa ambizione, nel tentativo perpetuo di aggrapparci a campionati importanti, a sogni che paiono difficili come ogni sogno che si rispetti, ma non cosi irraggiungibili.
Domani, nell’anticipo contro il suo Pescara capolista, ci giochiamo la possibilità di raggiungere la vetta di questo campionato appena iniziato, il “Picco” si rivestirà a festa per l’occasione e certamente, tra i ricordi di Bepi, si accavalleranno immagini, sensazioni ed odori, nel contesto di un ambiente sempre ostile, si, ma assai differente da quei tempi.
Nella conferenza della vigilia, il tecnico pescarese è stato sibillino “per uscire indenni da quello stadio che conosco bene, dovremo giocare col sangue agli occhi..”.
Sangue agli occhi che, più del suo Pescara, dovranno avere gli uomini di Pasquale Marino, consci che anche dentro appuntamenti come questi si può costruire un pezzetto di storia; più dei punti, adesso, può l’entusiasmo, la fiducia, l’autostima.
E’ in partite come queste che deve uscire il carattere, la personalità , il talento di una squadra che ha fame ed ambizione, tutti elementi che se coltivati insieme possono più agevolmente condurre a quella continuità di risultati che sta alla base di ogni penna che scrive il destino di un campionato.
Partire forte o partire in attesa, questo è il dilemma che assale Pasquale Marino; la sua indole improntata al gioco offensivo dovrà fare necessariamente i conti con la forza dell’avversario, con la necessità di non sbagliare, di non concedere il fianco ad un avversario che sa essere micidiale negli spazi e negli ultimi 25 metri.
Buon divertimento a tutti e godiamoci il presente, come recita il comunicato della Curva Ferrovia che invita tutti gli sportivi, domani sera, a recarsi allo stadio con qualcosa di bianco in mano, e con un carico di entusiasmo dentro le tasche.
