Non che scoprissimo l’acqua calda, ma quando su queste colonne, sin da inizio Aprile, caldeggiavamo il ritorno di Guido Angelozzi in Via Melara, lo facevamo a ragion veduta.
Da tempo mancava l’influenza di un uomo di calcio di quelli veri in casa Spezia, di quelli scafati e capaci di dipanarsi nelle pieghe più difficili della gestione tecnica di una società.
A distanza di qualche mese dal suo arrivo, se ne cominciano a vedere i primi frutti, se ne intravedono malizie e strategie, almeno per ciò che riguarda le operazioni portate a termine sino ad ora.
Per i risultati finali del suo lavoro, bisognerà invece attendere il giudizio del campo.
Ma se proviamo a fare un primo bilancio del suo operato, se ne traggono già indicazioni importanti, se ne vede la mano, l’esperienza.
Ad iniziare dal modus operandi, adattatosi alla perfezione a quelle che sono le nuove strategie del Club, una gestione del mercato basata sulle plusvalenze e sulla sopravvivenza senza eccessivi esborsi, un po’ il contrario rispetto a qualche anno fa.
Una strategia che il dirigente ex Sassuolo ha sposato al meglio, monetizzando in maniera eccellente qual paio di prodotti della “cantera” pronti a misurarsi con altre realtà, al di là di quella che poteva essere una loro ulteriore crescita in maglia bianca.
Scelte, ponderate però, ed in grado di incrementare quella robustezza della società che il Patron Volpi continua a mantenere costante e che può garantire una crescita futura, questa volta però edificata su basi ben diverse da un tempo.
Un po’ modello Sassuolo, o Empoli, per fare due esempi eclatanti ma che Angelozzi insegue come modelli da imitare per provare a farsi valere nel panorama calcistico nazionale.
Su queste basi il nuovo DG ha costruito una squadra di prospettiva, scommettendo su alcuni giocatori, non sperperando denaro inutile, ma facendo il sacrificio laddove andava fatto: sull’ariete Galabinov.
Ma per arrivare a questo era necessario anche fare qualche sacrificio, o meglio qualche scelta, come quella di mettere da parte 5 elementi con il contratto ancora in essere, senza farsi intimorire dalle uscite poco felici di qualche procuratore in proposito.
Da questi particolari emerge l’uomo di calcio che sa sfruttare al meglio la posizione di vantaggio che la solidità del Club gli permette.
Sino ad arrivare alla vicenda Giulio Maggiore, e qui siamo all’attualità, gestita sin dal primo momento sapendo di avere il coltello dalla parte del manico e non viceversa.
Il tentativo di accontentare il ragazzo il dirigente spezzino l’ha fatto, ma alle condizioni dello Spezia, non certo disposto a “regalare” un Nazionale Under 20 con tante presenze in B alle spalle, seppur ad un solo anno dalla scadenza del contratto.
Ma alle cifre richieste dal Club di Via Melara ne la Spal, ne altre squadre, hanno voluto arrivarci e la posizione di Angelozzi si è ulteriormente rafforzata, tanto che la scelta del ragazzo e dei suoi procuratori è divenuta inevitabile.
In sostanza si sta andando verso quella scelta che ai più era parsa la più logica, ma che a lungo è rimasta su un binario morto, non certo per “colpe” specifiche della società, quella del rinnovo del contratto.
Quattro anni in maglia bianca e tutti contenti?
Inutile ricamarci sopra ulteriori polemiche, se questa sarà la fine, converrà a tutti.
Ma il vincitore resterà uno solo, Guido Angelozzi…
