Due gare alla fine, meno di quindici giorni e la stagione 2017/18 dello Spezia andrà in archivio, in anticipo rispetto alle ultime 5 stagioni, quelle che avevano sempre avuto l’appendice dei play-off.
Delusione? Più no che si, anche se l’ambizione è, e deve essere, alla base dello sport e quindi la speranza che gli spareggi arrivassero anche in questa stagione, era giusto e fisiologico ci fosse, specie dopo i rinforzi di gennaio.
Lo abbiamo già detto e ridetto, sottolineando come gli apporti di Mora e Palladino, per motivi diversi, non ci siano stati, uniti all’infortunio di Mastinu proprio nel momento topico del girone di ritorno.
Non dimentichiamoci delle premesse, del mercato estivo, basato su un abbattimento dei costi e sull’acquisizione di giocatori senza investimenti particolari, seguiti poi da Alberto Gilardino e da Najib Ammari, entrambi spesso vittime di problemi fisici.
In un contesto volto a favorire la crescita dei giovani di casa, Maggiore e Ceccaroni, anche se non sempre titolari e successivamente Mulattieri, Awua e Corbo, ormai da considerarsi nell’orbita della prima squadra a tutti gli effetti, senza dimenticare gli innesti di ragazzi interessanti dalla serie C come Augello e De Francesco.
La premessa è un sunto dell’annata, e non ha certo la completezza di analisi che sarebbe necessaria, ma è di incipit al tema di questo editoriale, rivolto al futuro, ad un futuro molto prossimo, talmente prossimo da dover già essere attuale.
E qui veniamo al punto: la valutazione del lavoro svolto dal DS Andrissi, ma anche dal mister Gallo, raggiungendo con ampio margine la salvezza.
Entrano in ballo tante P, la prima legata alla valutazione dell’area tecnica, indubbiamente Positiva, specie tenendo conto del fatto che entrambi i protagonisti erano al Primo anno di B, altra P.
Inoltre, se l’estate scorsa è iniziato un Progetto, con la “rivoluzione” tecnica effettuata e le nuove linee guida fissate a livello di tetto ingaggi, lunghezza dei contratti e quant’altro, il Progetto stesso deve continuare, se finalmente si vuole Programmare un futuro diverso.
Semplicemente perché nel calcio, o si hanno tanti soldi da buttare, o si Programma il futuro con intelligenza dando la giusta continuità a chi lo ha portato avanti e dimostra di meritarsi di continuarlo, come nel caso dell’attuale area tecnica.
La domanda è quindi logica: si riuscirà finalmente a Programmare il futuro senza cambiare gli interpreti come troppo spesso fatto in passato?
L’idea più logica, sarà sposata da tutti quelli che hanno potere decisionale nell’orbita Social Sport e Spezia Calcio?
Il Patron Volpi in ultima ratio, sarà d’accordo?
E’ il grande dubbio di questi giorni, anche legato al fatto che sia Andrissi che Gallo devono, a giusta ragione, tutelarsi per la prossima stagione e quindi legittimamente si stanno guardando attorno, specie il DS.
Se stesse all’umile scrivente, la scelta sarebbe già stata fatta, come sarebbe già stata fatta una telefonata al grande assente degli ultimi anni, quel Direttore Generale rispondente al nome di Guido Angelozzi che ha lasciato un lavoro in sospeso in riva al Golfo e forse non vede l’ora di provare a riprenderlo.
Ma al quale bisogna proporre un Programma, che non necessariamente vuol dire spendere tanto, ma avere semplicemente il tempo di realizzare qualcosa che duri nel tempo e che non venga stravolto ogni anno.
Storia vecchia ma sempre attuale, che sarebbe un peccato si ripetesse anche quest’anno, perché stare dietro all’umore della piazza è un conto, Programmare con la P, è un’altra storia…
