L’editoriale – Lavori al Picco, barriere, ascensori, disabili e una cultura da cambiare

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[ot-caption title=”I distinti del Picco – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/07/19-Ultras-nei-distinti.jpg”]

Mi piace cogliere l’occasione datami da un comunicato del Comitato “Stadio per lo Spezia“, che potete trovare come pagina su facebook, per spendere due parole sui lavori al nostro Stadio.
Come già infatti preannunciato sul nostro quotidiano, in questo articolo, nella giornata odierna è stato ribadito dall’Amministrazione Comunale che, nei prossimi mesi, verranno effettuati i previsti lavori allo Stadio, in particolare alle aree esterne, ma anche per favorire l’accesso alla struttura ai disabili.

Proprio su quest’ultimo punto verte il comunicato del Comitato che riportiamo in versione integrale:

Questa mattina l’assessore ai lavori pubblici Corrado Mori ha parlato della prossima costruzione di un ascensore per disabili nei distinti per risolvere un problema annoso che noi attraverso la pagina facebook “il nuovo stadio dello Spezia” siamo sempre stati gli unici o quasi a denunciare. I disabili in gradinata hanno davanti un vetro sporco, altissimo, le panchine e tutti gli operatori tv, ci si devono quindi appiccicare per provare a vedere con scarsi risultati la partita finendo quindi anche scoperti dalla tettoia del settore e con il loro accompagnatore che deve stare nelle medesime condizioni e addirittura accucciato non avendo dove sedersi. Chiariamo innanzitutto che cerchiamo una soluzione migliore per tutti, meno costosa e che permetta di vedere meglio e soprattutto in sicurezza la partita a chi è in carrozzina, realizzabile in tempi minori o uguali rispetto alla costruzione di un elevatore. Noi pensiamo che sia un lavoro dispendioso e poco utile per i disabili. Infatti usare quei soldi o anche meno per togliere le barriere dalla gradinata, spostando in tribuna le panchine, cosa tecnicamente fattibile e con solo 7 giorni di lavori permetterebbe ai diversamente abili di seguire la partita dalla prima fila, al coperto, con l’accompagnatore seduto comodamente al fianco, vicino al campo di gioco con una visuale ottimale e un maggiore coinvolgimento. Addirittura questa soluzione permetterebbe di allargare il campo da 65 a 68 metri incassando le panchine nella pancia della tribuna e porterebbe il Picco in linea con le misure regolamentari internazionali del gioco del calcio e qualche punto in più in classifica alla squadra alla fine di ogni stagione, ma questa è un’altra storia. Alcuni di noi frequentano la gradinata nella parte alta, in piedi e nelle azioni salienti o prolungate capita spesso che tutte le ultime file si alzino dai seggiolini presi dalla foga della partita. Chi può adesso si arrampica in piedi sullo schienale dell’ultimo sedile e vede lo stesso, ma un disabile cosa potrebbe fare in una situazione del genere? Togliere le attuali barriere della gradinata nel contempo permetterebbe alla metà delle file di quel settore di vedere la partita, cosa ora non possibile a causa degli altissimi vetri, che spesso ha impedito di fare il tutto esaurito al Picco e che oltre ai mancati introiti dà un colpo d’occhio non certo gratificante. Pare inoltre che il problema dell’eliminazione delle barriere possa derivare dal parere negativo della questura. Ma i distinti a Chiavari, a 40 chilometri da qua e nella solita categoria sono senza barriere, con solo un parapetto di 1,10 metri come in tutti gli stadi moderni o che si cercano di ammodernare: Trapani, Vercelli, Frosinone, L’Aquila, Torino, Firenze, Cesena, Udine e moltissimi altri sono esempi di stadi senza barriere e mai, sottolineiamo mai, è successo in questi impianti un episodio di violenza dopo l’abbattimento delle divisioni, confermando che togliere le gabbie rende meno bestie e più civili le persone, esponendole e responsabilizzandole come successo in Inghilterra. La collocazione delle persone in carrozzina a bordocampo è la soluzione attuata in tutti i più moderni impianti inglesi, e tutte le regole degli stadi di oltremanica derivano da grandi e dolorose lezioni delle tragedie del passato. Cosa succederebbe alle persone in carrozzina in caso di incendio, o di un terremoto, o di un attentato? Ma basterebbe un semplice black-out, come potrebbe il disabile essere portato velocemente in salvo stando così in alto e con l’ascensore che potrebbe non funzionare in una situazione di pericolo del genere? Il campo è la principale via di fuga di ogni impianto moderno, per questo è importante rimuovere il fossato dalla curva ed ogni barriera che divide i settori da esso, non bisogna aspettare una tragedia anche da noi per capirlo. Siamo in tanti a pensarla così e siamo disponili ad un proficuo e collaborativo confronto con tutte le parti in causa, Comune, Spezia Calcio, rappresentanti dei disabili e della questura, sperando vengano valutate attentamente le nostre perplessità prima di commettere errori o sperperare denaro che potrebbe essere impiegato in migliorie più utili e al passo con i tempi.

Il Comunicato affronta quindi il problema disabili, ma andando anche ad interessare una serie di problematiche che attualmente affliggono il “Picco“, come quella delle recinzioni, solo parzialmente attenuato dall’eliminazione della rete in Curva Ferrovia.
Iniziando proprio da questa, tolta la rete, rimasti gli antiestetici pali che, nemmeno nel corso della lunga pausa estiva, nessuno si è premurato di rimuovere, anche se resta ancora da capire a chi tocchi questa incombenza.
Sempre per ciò che riguarda la Curva, c’è poi da eliminare l’inutile fossato, ma di questo sembra che se ne stia già parlando.

Tornando al Comunicato, vorrei però porre l’accento sulla questione distinti, già penalizzati da sedute non certo comode, ma soprattutto dalla vetrata della recinzione che non solo complica la visuale alle prime file, ma anche ai disabili sistemati dietro di essa.
Senza contare che, proprio da quella parte, sono presenti le panchine, gli operatori televisivi e quant’altro.
Mentre dall’altra parte persiste una recinzione anch’essa senza utilità, dove potrebbero facilmente essere trasferite le panchine.

Lungi da noi parlare di tribuna nuova, argomento difficile da affrontare in questo momento, almeno sino ad una promozione nella massima serie, ma spendere soldi in un ascensore per i disabili, senza considerare l’opportunità di modernizzare una volta per tutte lo Stadio eliminando le recinzioni, è argomento poco condivisibile in effetti.

Se poi sono le autorità di pubblica sicurezza a non essere d’accordo su questa soluzione, allora non resta che rifarsi a tutti gli esempi che ci sono ormai nel nostro paese: ultimamente abbiamo avuto l’opportunità di vedere la splendida trasformazione del “Friuli” di Udine, al confronto il nostro “Picco” pare preistoria.
Senza contare che, allargare il campo di tre metri, consentirebbe di avere un vantaggio anche per la squadra, cosa non di secondo piano.
Ci auguriamo che si intensifichino i contatti tra l’Amministrazione Comunale e lo Spezia Calcio, per trovare le migliori soluzioni possibili che siano utili al miglioramento di uno Stadio che, forse, anche senza spese folli, può diventare più moderno e accessibile.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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