Il tabellino della gara recita 737 paganti (55 ospiti) più 4.200 abbonati, ma dei presunti 5.000 presenti, si arrivava forse a stento a 3.500 presenze, per stare larghi.
Giustificabile il tutto con la pioggia del mattino? Non certo paragonabile alla neve di qualche giorno prima, anche come temperatura, magari rigida, ma non certo insopportabile.
Ed allora perché, dopo il successo rotondo e ben giocato con la Salernitana, peraltro in un gara disputata di venerdì sera, invece di un’inversione di tendenza nelle presenze allo Stadio, si è addirittura fatto peggio?
Com’è possibile che una squadra che in casa ha ottenuto ben 28 punti non sia aiutata dai propri tifosi come meriterebbe?
Basta in questo senso l’aver abbassato i proclami, a ragion veduta peraltro, per far perdere la voglia di recarsi al Picco a quella larga fetta di tifosi che gli anni scorsi erano presenti?
Basta un po’ di pioggia o una temperatura da maglione, per consigliare Sky invece del calore dello Stadio?
Che quello spezzino sia uno stadio non tra i più comodi, è un dato di fatto, che in Serie B non si faccia il pieno praticamente in nessun impianto, è un altro dato incontrovertibile, ma l’inversione di rotta che sta avvenendo nel nostro tempio, non può non essere preoccupante.
Manca un ricambio generazionale certo, manca una larga fetta di giovani che ora hanno mille distrazioni rispetto ad un tempo, mancano le famiglie, ed è un vero peccato.
Mi si dirà che forse oggi il tipo di partita che si prospettava non era tra le più esaltanti, visti anche i trascorsi contro le squadre allenate da questo tecnico, ma forse a maggior ragione oggi serviva quel qualcosa in più che il Picco è sempre riuscito a dare, quella spinta che oggi è mancata.
Sono bastati 55 tifosi ospiti per far sentire la loro voce, in un clima generale che assomigliava di più ad un’amichevole estiva che non ad un’importante gara che poteva lanciare ancor più in zona play-off.
Ed è proprio perché sappiamo quello che il nostro pubblico sa dare che ci piange il cuore nel vedere uno Stadio con larghissimi vuoti e spento nel tifo, proprio nel corso di un’annata che potrebbe rappresentare l’anno zero per riprendere un discorso di alte sfere, di rinnovate ambizioni.
Non gettiamo via quello che ci siamo guadagnati in anni e anni di complimenti e di stupore da parte di chi usciva da Viale Fieschi con le ossa rotte.
Non abbandoniamo una squadra che ha dei difetti, ma che sa anche mettere in campo quel che ha dentro, o almeno prova a farlo.
Ormai viviamo in un tempo nel quale i social fanno da cassa di risonanza più al mugugno ed all’insulto che non ai valori ed alle cose positive, non intristiamoci percorrendo questa via senza uscita.
Non serve sottolineare che queste righe non sono certo rivolte a chi al Picco non rinuncia, in nessun caso, ma i numeri sono questi ed impietosi, siamo passati dai 7.000 della gara con il Palermo, ai 3.500 di oggi, con la squadra sempre in zona play-off.
Felice, anzi felicissimo di essere smentito a primavera, quando magari chi ha preferito Sky al giaccone, tornerà a farsi vedere allo Stadio, perché altrimenti si rischia veramente di buttar via quello che di buono si è fatto in questi anni.
E sarebbe un vero peccato.
