Io, il guardalinee e la risposta alle mie domande..

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L’ennesima direzione arbitrale tutt’altro che imparziale ed equilibrata, nel corso dell’ultima partita casalinga contro l’Ascoli, ha messo ulteriori bastoni tra le ruote ad una squadra che non viveva certo un periodo felice, dal punto di vista dei risultati.
E se, nel momento in cui c’è bisogno di riemergere, ti legano del piombo in vita, tu ferito rischi seriamente di sprofondare.

Tra i tanti, alcuni punti: i cartellini gialli che non arrivavano per una formazione ospite che, tra i dettati di mister Cosmi, aveva il compito del gioco rude; anzi, il primo cartellino giallo che, come da spiacevole consuetudine, va beffardamente ad una maglia bianca di casa.
Un’incredibile, assurda abitudine alla quale in troppi prestano poca attenzione.
Poi un calcio di punizione per fallo su Marilungo, da posizione pericolosa al vertice dell’area di rigore lato gradinata, completamente invertito, nel contesto di due pesi e due misure usate nello specifico di diversi scontri di gioco.
Non passa molto tempo che arriviamo all’episodio di quel calcio di rigore grande quanto una casa, su Mora, non segnalato neppure dal guardalinee lato tribuna che pure aveva pochi ostacoli tra sé e l’azione incriminata.
Un episodio che poteva avere un peso specifico notevole nell’economia dell’intero match.

Qui, all’ennesimo affronto di una mezzora di gioco assurda dal punto di vista arbitrale, scatta il mio dialogopacifico, con il guardalinee lato tribuna.
A due metri di distanza da lui, prima di prendere il mio consueto caffè al bar della tribuna, porgo dubbi e domande che assillano un pò tutti da tempo, chiedo cosa mai occorra per avere direzioni arbitrali incentrate sull’ottenere “quello che c’è” senza ricevere alcun regalo. Il ciel non voglia.
Esprimo a lui la mia delusione nel constatare sovente direzioni arbitrali quasi ostili, alla ricerca di un protagonismo fuori luogo, in uno stadio considerato forse l’ideale per mostrare quei “muscoli” di personalità che finiscono col far perdere la bussola di una serena ed equilibrata direzione arbitrale.
Sapevo già che quei dubbi, quelle domande, non potevano avere risposte, nonostante i suoi occhi a gioco fermo che più volte incrociano i miei, nonostante le sue orecchie raddrizzate ad ascoltare quelle poche, chiare parole.

Invece una risposta, il guardalinee lato tribuna, me l’ha data una manciata di minuti dopo, quando prontamente, con occhio di falco, ha segnalato quella “gomitata sul collo” di  Mora al pitbull ascolano Pinto che è costata il rosso diretto all’ex spallino e le conseguenti tre giornate di squalifica sulle quali ci sarebbe da aprire un libro e ridere un’intera giornata, per non piangere.

Eccola, la risposta del guardalinee lato tribuna alle mie domande, al mio sconforto, alle mie curiosità, tutta racchiusa in quell’episodio della gomitata tutt’altro che semplice da vedere, visto, che arriva dopo quell’episodio da rigore cosi facile da vedere, non visto. In una parola, un mattone.

La palla passa ora allo Spezia Calcio, perchè da tempo nel rapporto tra noi e le terne arbitrali nel rettangolo verde del “Picco” c’è qualcosa che non quadra e che fa danni talvolta ingenti.
Un astio che si ripresenta sotto diverse facce ma con formule simili, che ha tutta una sua puntualità ogni stagione che passa.

Piccola nota a margine che riguarda arbitro, guardalinee e quarto uomo: un allenatore che finisce ad esultare a centrocampo un gol della propria squadra, lanciando ripetutamente gestacci e improperi ad uno stadio intero, va cacciato sotto la doccia, a maggior ragione quando si è usata severità e non tolleranza verso l’altra parte.

Libri da aprire, per una libreria in costante e beffardo aggiornamento.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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