Era una sfida di una delicatezza estrema, che soltanto a pensarci, anche ad un giorno di distanza, fa venire la pelle d’oca.
Una di quelle sfide che è forse meglio affrontare con un pizzico di spensieratezza, piuttosto che con la mente ingombra di pressioni.
Perché la posta in palio era davvero grossa, e non vincere avrebbe significato giocarsi i play-off al Via del mare, ma con l’obbligo della vittoria.
Di fronte ad un Lecce che perlopiù, in virtù del gol-vittoria di quel guastafeste di Haas, è costretto a vincere il match della Serie A contro lo Spezia, sabato prossimo.
Tuttavia, pressioni o non pressioni, lo Spezia ha fatto quello che doveva fare: battere il Crotone, peraltro senza troppe complicazioni, e consolidare la zona play-off.
Anche se, a 90′ dal traguardo, tutto rimane terribilmente ancora in ballo.
Gli aquilotti si presenteranno a Lecce da sesti della classe, posizione privilegiatissima in chiave spareggi play-off, ma difficilissima da difendere.
Gioca a nostro favore il fatto che vi siano ancora scontri fra squadre a caccia di punti, chi per motivi chi per altri.
A cominciare da domani sera, con Foggia-Perugia, fino alle sfide in contemporanea dell’ultima giornata: Palermo–Cittadella, Perugia–Cremonese e, se vogliamo, anche Hellas-Foggia.
Inutile fare pronostici, ogni previsione risulterebbe troppo enigmatica.
Lasciamo parlare il campo e chi vivrà vedrà.
Ma torniamo al Crotone, perché ci sono aspetti su cui soffermarsi.
“Oggi la squadra ha dimostrato grande equilibrio, giocando sempre palla a terra“, ha sottolineato Marino.
Non potrebbe esserci sintesi migliore del match.
Un primo tempo ad alto livello, con l’intensità giusta e soprattutto con tanta qualità tecnica.
Con la palla che scorreva veloce, rasente al terreno, che difficilmente si alzava se non quando Ricci stabiliva che il gioco dovesse passare dall’altro lato del campo: allora la sventagliata, precisa, pulita, sui piedi dell’esterno.
L’azione del primo gol è l’immagine emblematica del bel calcio di cui si fa portavoce lo Spezia da inizio anno a questa parte.
Fraseggio, palla sull’esterno, sovrapposizione del terzino, cross al bacio, colpo di testa, gol.
Questo è il calcio: la sostanza nella semplicità.
Poi il secondo tempo, meno spettacolare ma altrettanto importante, improntato sulla gestione pressoché controllata del match.
L’attesa della reazione ospite, placata senza apprensioni, e il colpo del k.o. sferrato da un rientrante Bidaoui.
Come in occasione del gol di Okereke al Perugia, paga l’altruismo di Gyasi che, ancora una volta, preferisce l’assist ad un compagno rispetto ad un suo possibile gol.
Tanto di cappello.
Nel complesso, è stata dunque una prestazione equilibrata, l’altra parola chiave espressa da Marino nel post-gara.
Tanto equilibrata che Lamanna è risultato praticamente inoperoso, al punto di tornare a mantenere la porta inviolata, 66 giorni dopo l’ultima volta nel derby casalingo contro il Livorno.
Risultati permettendo, lo Spezia in virtù di questo splendido successo ha ora grosse opportunità di disputare i play-off, non si sa da quale piazzamento ma, in questi casi di profondo equilibrio, conterebbe soltanto esserci.
Ha detto bene ieri Augello, “Ai play-off possiamo essere una squadra fastidiosa“.
Tutto corretto, occorre solo aggiungere un condizionale perché purtroppo non si può ancora esultare, ma sostanzialmente ciò che dice è vero.
Perché a mente libera, senza pressioni appunto, ai play-off si può brillare.
Un motivo in più? Contro le prime 4 lo Spezia finora non ha mai perso.
