Amarezza e tanta tanta incredulità: questi i sentimenti che serpeggiano, al momento del fischio finale, tra le fila dei 350 spezzini giunti al Cabassi.
Aldilà del fatto che sia stato un folle finale di gara, nel complesso, ieri si è visto uno Spezia dai due volti.
Ad un primo tempo insipido, privo del solito brio scoppiettante, giocato sottotono e senza grandi inventive, gli aquilotti replicano con una seconda frazione di tutt’altro spessore.
Dopo il vantaggio di Mustacchio, nella ripresa lo Spezia muta, non tanto tatticamente quanto nella mentalità.
La palla tornerà a scorrere veloce, i terzini torneranno a sovrapporsi, le mezzali ad inserirsi, e fin da subito le aquile saranno padroni indiscusse del campo.
A testa bassa, con prepotenza e determinazione, l’uno-due Gyasi–Okereke ribalterà il match.
Ecco che al Cabassi cala il gelo e, di conseguenza, risuona sempre più forte la voce della Ferrovia in formato trasferta, letteralmente esplosa per il ritorno al gol della punta di diamante spezzina.
Sugli spalti partirà la festa: i bianchi hanno in mano la partita, il Carpi pare anestetizzato dal contraccolpo psicologico e i 3 punti ormai sono decisamente alla portata.
Per garantire maggior copertura, saggiamente Marino preleva Bidaoui per Bartolomei, e passa al 4-4-2.
Compatti e serrati a centrocampo, davanti i gemelli del gol Gyasi e Okereke.
E’ forse l’aver ormai la certezza del risultato a sgambettare lo Spezia per l’ennesima volta in terra carpigiana.
Un’improvvisa imbucata alle spalle di Augello innesca, infatti, un finale di gara shock.
Cross arretrato all’indirizzo di Marsura, il numero 11 vince un rimpallo e trafigge sotto la traversa Lamanna, 2-2.
Entrati in area avversaria per la prima volta nella ripresa, i biancorossi puniscono.
E’ il minuto 85, e in curva ospiti ci si dispera e si guarda il cronometro.
Si crede ancora nella possibilità di perforare la porta di Piscitelli, consapevoli che verrà assegnato un robusto recupero.
Viceversa, per quanto visto nella ripresa, nessuno ipotizza il tragico epilogo di uscire dal campo senza punti, nemmeno lontanamente.
E invece, in pieno recupero, sarà Coulibaly, da 25 metri, a rendere realtà un incubo impensabile, che nessuno considerava possibile.
In curva ospiti ci si guarda stupiti negli occhi, quasi a voler chiedere conferma se quanto visto sia veramente accaduto.
Purtroppo nessuna allucinazione, lo Spezia subisce la contro-rimonta.
Ripresa coscienza, i 350 provano un ultimo disperato tentativo di spingere con la voce l’avanzata spezzina, ma ormai il cronometro ha giocato la sua parte e Aureliano fischia tre volte.
Incredibile ma vero, le aquile escono sconfitte…
Lo Spezia cade dunque per la seconda volta consecutiva, mai successo prima d’ora in stagione.
Si paga a caro prezzo un primo tempo di passività e soprattutto, a partita in pugno, gli sgoccioli di gara, condizionati da troppa leggerezza e superficialità nella gestione del risultato.
Per fortuna, non c’è nemmeno il tempo per piangersi addosso, perché tra 2 giorni il Livorno farà tappa al Picco, in una sfida bollente e dal sapore speciale.
Quindi su la testa e guardiamo avanti, perché c’è da rispettare la tradizione vincente contro i cugini livornesi…
