Un’altra sconfitta in trasferta, il che non fa notizia, in modo assolutamente immeritato, ma anche questo non è una novità.
La sfida del Del Duca sancisce la 5° sconfitta in campo esterno, al termine di un prestazione sulla quale “non c’è nulla da rimproverare alla squadra“, a detta di Marino.
Al di là dell’arbitraggio penalizzante nei confronti degli aquilotti, su cui non è opportuno spendere troppe parole, conviene in questo day after, soffermarsi su alcuni aspetti emersi dalla sfida giocata ieri.
Lo Spezia torna a fare i conti, come ad inizio stagione, con l’handicap dell’approccio.
Infatti la sconfitta matura nel primo minuto di gara, di entrambi i tempi.
Possibile sia pura casualità, ma essendo appena usciti da un avvio di campionato macchiato da questa fastidiosa tendenza, inevitabile è pensare che, per fisiologia, lo Spezia ritardi troppo a connettere la spina dopo il fischio d’inizio del direttore di gara.
Per questo Marino, in ogni conferenza pre-gara, puntualmente ricorda quanto per la sua squadra conti l’approccio iniziale, il “fattore fondamentale per conseguire buoni risultati“.
Partire bene è essere a metà dell’opera, come la sfida al Benevento insegna, ma ahimè troppe volte questo detto non è sembrato essere nelle corde degli aquilotti.
Sarà la sfortuna, sarà qualche ingenuità di troppo, ma lo Spezia in queste prime 13 giornate ha davvero raccolto meno del dovuto.
Come successo recentemente a Salerno, le aquile pagano tanto, forse troppo gli errori commessi. Al Del Duca c’è stata l’ennesima prestazione positiva, da parte di una squadra evidentemente ancora troppo ingenua, ma che indiscutibilmente sa giocare a calcio.
Dominare per poi uscir dal campo col bottino vuoto, questo è il resoconto, salvo qualche raro caso, del rendimento lontano dal Picco.
La prestazione c’è stata, ma come detto, gli errori non son mancati.
In occasione del gol-lampo di Ardemagni, tralasciando la spinta su Giani, la difesa è parsa sfilacciata, non coesa come avrebbe dovuto in fase di uscita.
Per questo Ardemagni rimane in gioco, e a tu per tu con Lamanna non può che insaccare.
Il secondo gol nasce da una respinta non irresistibile di Capradossi, ma non si può crocifiggerlo per così poco, il merito è tutto di Cavion che sigla un eurogol.
Il terzo è forse quasi da non considerare, arriva nel recupero, quando ogni logica è praticamente saltata.
Sull’uscita a vuoto di Lamanna qualcosa da ridire ci sarebbe, ma è anche vero che è un tocco maldestro di Padella a mandarlo fuori tempo. Ad ogni modo, si poteva fare meglio.
Vedendo queste 13 giornate, traspare che lo Spezia abbia tutte le armi a disposizione per macinare punti, ma manca sempre quell’x factor che possa permetterci di imporsi del tutto.
C’è sempre qualcosa che va storto, qualcosa che in un modo o nell’altro ci faccia andare fuori strada, come per esempio l’arbitraggio del sig. Illuzzi.
I 17 punti non sono un granché rispetto a quanto visto, ma come sappiamo la classifica della Serie B aspetta sempre tutti, e questo è un bene.
I bianchi restano ancorati al treno play-off, con le prime 8 posizioni distanti solo 2 punti, anche se nel contesto di una classifica corta verso il basso.
Tra 6 giorni fa tappa al Picco il Cosenza, ultima squadra abbordabile prima del terribile tour de force di fine anno.
Sarà una sfida dal sapore speciale per Okereke, che per la prima volta sfiderà la squadra con la cui maglia si è affermato nel calcio dei grandi.
Lui che, al momento, in questo Spezia sempre più Okereke-dipendente, pare essere il vero tassello imprescindibile del mosaico di Pasquale Marino, in attesa che Galabinov faccia la voce grossa e dia quel contributo offensivo di cui questa squadra ha maledettamente bisogno.
