Per analizzare il deludente match del Curi, vorrei partire proprio dalle dichiarazioni di mister Gallo ai microfoni del post-gara: “Oggi non c’eravamo, abbiamo perso meritatamente”.
Parole schiette, sincere e quasi sentenziose che descrivono una prestazione forse mai così tanto deludente, da parte di una squadra del tutto irriconoscibile, maltrattata da un Perugia che concede nell’arco dei 90 minuti soltanto una conclusione, perlopiù da fuori area.
E’ vero, la squadra poteva essere affaticata e stanca per l’impegno ravvicinato del San Nicola e allo stesso tempo un momento peggiore per incontrare un Perugia in formissima forse non c’era, ma penso sia giusto, almeno per la prestazione servita al Curi, non aggrapparsi a qualsiasi forma di alibi.
Meglio piuttosto guardare in faccia la realtà ed accettare una classifica che ci ancora sempre più alla pancia della graduatoria e che, forse bisogna ammetterlo, rispecchia l’andamento stagionale della squadra.
Qual è ora la soluzione per ripartire? Ce la rivela Marilungo a fine gara: “Mettersi a testa bassa e tornare a lavorare sul campo, questa è l’unica strada percorribile”. Proprio così, inutile stare a rimuginare su una prestazione su cui fondamentalmente c’è davvero poco da salvare, giusto dunque ammettere l’evidente inferiorità della squadra di fronte ad un Perugia assolutamente superiore.
Non serve aggiungere altro, bisogna voltare pagina..
C’è da dire che il fatto che forse più preoccupa, oltre i 3 schiaffi, il palo e la traversa subiti, sia la mancanza di inventiva e di soluzioni offensive da parte di una squadra che in un modo o nell’altro comunque riusciva sempre a rendersi pericolosa: Leali invece, salvo quel tiro di Terzi da fuori, rimane inoperoso, forse la stanchezza e la poca lucidità hanno preso il sopravvento più del previsto.
Ad aggravare una giornata di per sé grigia visto il risultato, c’è l’infortunio al ginocchio di Mastinu, che si vede costretto a lasciare il campo poco prima del 45′: da valutare ancora l’entità dell’infortunio, speriamo non sia comunque nulla di grave.
Con l’ingresso di Granoche prima e Augello al posto di Pessina poi, Gallo ridisegna lo Spezia in proiezione offensiva in un 3-4-3 del tutto inedito col tridente Granoche–Marilungo–Forte: la scelta comunque non ci ripagherà, la squadra non reagisce, non crea e subisce il terzo gol nel finale.
Dispiace comunque perché, nonostante fossero i tatticismi a fare da padroni, la prima mezzora non era stata interpretata male dagli uomini di mister Gallo, poi quell’uno-due nel giro di pochi minuti ci lascerà accasciati al suolo per tutta la durata dell’incontro.
Il mattatore aquilotto questa volta è Cerri, giocatore dallo strapotere fisico devastante a cui si aggiunge anche la dote della tecnica, tant’è che Gallo alla vigilia l’aveva definito “il regista offensivo della squadra”, era lui il pericolo maggiore da arginare, ancora più di bomber Di Carmine: infatti così è stato, doppietta e 12 in campionato, in B è il bomber più prolifico del 2018.
Tirando le somme, potremmo dire che dopo la trasferta di Perugia, sia giusto fare un bagno d’umiltà, concentrarsi solo ed esclusivamente sulla quota dei 50 punti, senza parlare di lotta play-off almeno fino al raggiungimento della salvezza.
E’ vero, sarebbe stato opportuno focalizzarsi fin da subito solo su quell’obiettivo, ma quando vedi che sei lì, ad un passo dalle prime 8 e sai che questo salto di qualità è alla tua portata, è anche lecito crederci e farsi influenzare.
Uscire sconfitti dal Curi non significa necessariamente perdere l’ultimo treno per i play-off, questo comunque lo scopriremo a Maggio, perché la Serie B non ammette logica e finché la matematica non c’è, l’imprevedibilità di questo campionato può sorprenderci sempre.
E’ comunque giusto, per il momento, pensare davvero soltanto alla priorità della salvezza, distante ancora 9 punti..
