Diciamoci la verità, eravamo un pò preoccupati prima del match contro il Pordenone.
Da una parte la forza dei friulani, squadra al secondo posto della classifica ed una padronanza fisico-atletica di alto livello, che si è rivelata tale anche al “Picco”.
Dall’altra vi era poi tutto un discorso intimo legato alla nostra storia recente, a tutti quei mancati appuntamenti con le partite che dovevano far segnare un salto di qualità, quindi di classifica.
Anche in questo, probabilmente, questa squadra si mostra diversa da tutte le altre che hanno vestito la maglia bianca nei nostri anni di B.
La vittoria contro i verdi di mister Tesser – altra nostra bestia nera conclamata – sfata dunque quel tabù che durava da troppo tempo, e chissà che non abbia influito, in piccolissima parte, anche la “normale” presenza allo stadio da parte dei “fedelissimi”.
Troppe altre volte, con lo stadio pieno, più di un giocatore ha finito per sciogliersi anzi che caricarsi, troppe aspettative andavano regolarmente a farsi friggere.
No, questa non può e non dev’essere una vittoria come le altre.
Questi sono tre punti che segnalano alta classifica per la prima volta in stagione, considerando poi il recupero che tra pochi giorni vedrà lo Spezia impegnato al “Picco” contro una Cremonese infarcita di problematiche varie.
E’ lo spirito di gruppo il primo anello di una catena che, settimana dopo settimana, pare sempre più rivestirsi di un nuovo elemento di forza.
Attorno alla voglia di stupire di mister Italiano, alla sua idea di calcio e la sua determinazione, ruotano le prestazioni singole e collettive in continua crescita.
Una squadra in parte giovane, in parte nel pieno della migliore età, che ha saputo forgiarsi dopo le difficoltà iniziali, dopo aver assaporato il gusto del baratro.
Una squadra che, data l’età media, può scoraggiarsi in fretta – l’immeritata sconfitta dell’andata a Pordenone fu devastante da questo punto di vista – ma può anche prendere una marcia irresistibile in caso di vento favorevole, come in questi ultimi due mesi e, ancor più, nelle ultime settimane.
Per questo, ora, questi ragazzi vanno lasciati andare senza troppo chiedere.
Ora dev’essere il momento dell’entusiasmo “ventilato”, della vicinanza discreta, della positività attorno a tutto l’ambiente.
Tutto di guadagnato, nulla da perdere, lasciar libero il talento di poter stupire senza troppe pressioni o condizionamenti, quelli che forse, inconsciamente all’inizio, hanno pesato nelle prime difficoltà.
Una squadra che perde una partita – e come la perde, a Pisa – nelle ultime 14, ora deve correre, battere il ferro, aver voglia sfrenata di scendere in campo e stupire, dare il 100%.
A parità di “fame”, la differenza la faranno, oltre ai particolari e agli episodi, questa difesa tra le più forti e più fisiche della categoria, e quel parco attaccanti finalmente ricco di elementi che possono decidere in ogni momento una partita.
Gente che conosce a memoria questa categoria, che già in passato ha fatto la differenza e scritto pagine di storia per i rispettivi club.
Ragusa, Bidaoui, Di Gaudio, Federico Ricci, questo Gyasi in grande forma, una batteria di esterni estremamente completa, Nzola e Galabinov, spinti a dare il massimo per vincere la competizione interna per una maglia da titolare; due attaccanti diversi, adatti ognuno con le proprie caratteristiche per diverse tipologie di match e diversi momenti, all’interno del match.
Su una cosa si può star sereni, il martello di mister Italiano continuerà a battere forte per evitare cali di tensione che ora, in questo momento, sarebbero assolutamente immotivati.
Ognuno è conscio di poter scrivere una pagina di storia per sé e per questo club.
La tifoseria ora faccia la sua parte. Entusiasmo ventilato. Vicinanza discreta.
Positività.
