Fabio Gallo e quello che è mancato

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Mister che arriva, mister che va.
Le porte girevoli del calcio sono portatrici sane e naturali di facili entusiasmi e nuovi progetti, di rimorsi o di dolorosi addii.

Non è un doloroso addio, se di addio si tratta, quello tra Fabio Gallo e lo Spezia Calcio.
A lui, la scorsa estate, pensò la società bianca per provare ad aprire un ciclo – possibilmente vincente, realisticamente galleggiante – capace comunque di sorprendere, di valorizzare i ragazzi della cantera, di rilanciare alcuni giocatori con un buon passato ma con un presente turbolento sotto l’aspetto della condizione fisica ed atletica.

Fabio Gallo ha pagato il campionato anonimo dopo anni in cui la piazza è stata abituata ad altre primavere, ha pagato il low profile sul mercato estivo, ha pagato per tutti, compreso il calo fisiologico di qualche giocatore presente in rosa da più tempo; il mercato di gennaio, poi, apparso come un fuoco, s’è presto rivelato come una docile fiamma, fragile, priva per vari motivi dell’energia necessaria per spingere tutti ad uno step superiore.
Il centro classifica delle aquile è la fotografia dell’andamento altalenante della squadra avuto per due terzi del cammino: bene in casa, malissimo fuori, che tradotto significa poca personalità, poco coraggio, quanto basta comunque per raggiungere quell’obiettivo fittizio di inizio anno sancito dalla società per allentare le pressioni e provare a far vivere tutti più serenamente.

Qualche scommessa vinta dall’ormai ex tecnico aquilotto (Bolzoni, Pessina, Marilungo, l’esordio di Mulattieri), qualche aspetto meno convincente, vedi il minutaggio di Maggiore, il lancio tardivo di De Francesco, una produzione offensiva talvolta ridotta all’osso, il rendimento assolutamente insufficiente in trasferta ed una primavera anonima a livello di risultati e di cattiveria agonistica.
Questi ultimi elementi, con ogni probabilità, sono pesati eccome nella testa del neo D.G. Guido Angelozzi al momento di programmare la nuova stagione, se è vero che la scelta di affidare la panchina aquilotta è ricaduta su un allenatore esperto, Pasquale Marino, che ha un marchio di fabbrica preciso riguardo al sistema di gioco offensivo e la sua mentalità.

Non tutta la colpa di una stagione anonima, dicevamo all’inizio, si può addossare a Fabio Gallo ed al suo staff, tutte persone e professionisti esemplari a partire da Roberto Chiappara, una risorsa umana e tecnica che sarebbe bene non disperdere, uno che ha lo Spezia nel cuore e conosce molto della passione e delle necessità di questa tifoseria;

Fabio Gallo paga, insomma, l’anno di transizione deciso da Volpi e dalla società, nessun miracolo e nessun crollo, senza infamia e senza lode, la piazza deve comunque essergli riconoscente per il lavoro svolto e la professionalità profusa, lui che è un novello, non dimentichiamolo, di questa categoria tremenda, bellissima, complicata ed imprevedibile.

Sia lui che lo Spezia, da oggi, saranno più forti e completi.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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