[ot-caption title=”Francesco Migliore al San Paolo – Foto Ezio Tassone” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2017/01/Migliore.jpg”]
L’amore di cui Migliore si è circondato – meritato e ricambiato – ha finito per imbrigliarlo.
Affidare ad un sms privato in odore di massima divulgazione, un proprio stato d’animo drogato, per altro, rispetto ai veri termini della trattativa con la società circa il rinnovo contrattuale, ha messo Francesco Migliore spalle al muro con l’A.D. Micheli ed il patron Volpi, che poche settimane fa avevano offerto al giocatore il “massimo” consentito dai nuovi parametri, a livello economico: tre anni a 200 mila euro a stagione.
Nuovi parametri si, dunque, ma pur sempre importanti.
La voglia di serie A, ed una totale mancanza di disponibilità a sedersi attorno ad un tavolo da parte del suo procuratore alle cifre stabilite dallo Spezia Calcio, hanno sancito una prima, inaspettata rottura. Rottura unilaterale.
La massima serie in queste settimane si è fatta attendere e neanche è arrivata, la serie B, Parma in primis, offre meno rispetto a quanto offre la società bianca, ed ecco che è tornata dunque la voglia di firmare quel triennale alle cifre stabilite. Per Volpi, troppo tardi.
Per chi gestisce il giocatore, una doccia gelata, dopo le tante telefonate con il D.S. parmigiano Faggiano.
Il gioco del procuratore non è stato per niente gradito dalle parti di via Melara, che a questo punto tiene il coltello dalla parte del manico e, probabilmente, è disponibile ad offrire ancora un triennale a Migliore, ma a cifre diverse. Evidentemente inferiori.
Da qui scaturisce prima l’sms di “rabbia” da parte di Francesco verso la società, indirizzata ad una cerchia di tifosi ben precisa, dopo di che, ecco il tentativo di rimediare venendo a più miti pensieri, sulla sua pagina facebook ufficiale.
Sull’amore di Migliore verso la maglia, e quindi sulla veridicità delle sue parole, non sentiamo di dubitare, pur essendo consci di trovarci nell’anno 2017 di un calcio che è sempre meno sentimento.
Dubitiamo, piuttosto, della tempistica e di un evidente grado di forzatura.
Sarebbe auspicabile senz’altro un nuovo incontro tra le parti, se ancora esiste un minimo di volontà di continuare insieme.
Sarebbe auspicabile mettere da parte orgogli e malumori particolari, pensando al bene tecnico comune e senza perdere di vista l’amore che la piazza davvero nutre verso chi muove su quella fascia mancina da cinque stagioni a questa parte.
Non doveva o non deve finire in una storia di capricci, di clausole contrattuali, di spifferi alle spalle e di virgole economiche.
Ma forse è tardi, o forse no..