Il Confronto – Avenatti e Calaiò: fisicità e qualità, ma è lo spezzino a risultare decisivo

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[ot-caption title=”Emmanuele Calaiò va alla conclusione – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/10/Calaio-al-tiro.jpg”]

Due giocatori fondamentali per le loro squadre, centravanti “vecchio stile“, capaci in varie occasioni di cambiare da soli il corso delle partite: mettiamo a confronto le prestazioni dei due “pivot” Felipe Avenatti ed Emanuele Calaiò.

Entrambi molto abili spalle alla porta e dotati di grande fisicità, oltre all’ovvio compito di finalizzare le azioni offensive, ricevono spesso ordine dai rispettivi allenatori di fungere da veri e propri “arieti” nelle trequarti avversarie.

Ė questo il caso dell’attaccante uruguaiano nella sfida del “Picco”.

Breda manda in campo una squadra molto corta ed attenta, chiedendo agli esterni offensivi Furlan e Ceravolo (poi Belloni) di preoccuparsi prima di difendere e poi di ripartire velocemente in fase di possesso.
Con questo tema tattico dunque, il numero venti rossoverde, essendo l’uomo più avanzato, ha il difficile compito di “trasformare” l’azione da difensiva ad offensiva grazie a sponde e “spizzate” su palla lunga.
Per i primi venti minuti di gioco, notiamo che questo lavoro di regista alto funziona abbastanza bene, ed infatti, proprio da un paio di tocchi di Avenatti nascono due interessanti spunti di Busellato e Furlan.
Con il passare dei minuti però, Terzi e Postigo prendono bene le misure all’attaccante e, complice il gol aquilotto, l’idea di cercare il lancio è sempre meno praticata, facendo di fatto sparire Avenatti dalla manovra.
Sospiro di sollievo per i sostenitori spezzini, memori dell’ottima prestazione dello scorso anno alla Spezia dell’attaccante ternano: in quell’occasione oltre al buon lavoro per la squadra, anche il gol decisivo.

Stesso ruolo, ma compiti e qualità diversi per Emanuele Calaiò.

L’attaccante palermitano, in considerazione del curriculum, ė stato acquistato per fare la differenza e, se le prestazioni sono queste, la dirigenza può dire di aver messo a segno il colpo dell’anno.
Con avversari schierati come la Ternana, abbottonati e dietro ed attenti a non concedere i duelli uno contro uno sulle fasce, diventa vitale poter contare su un attaccante di razza che riesca a scardinare le difese.
Ed è quello a cui assistiamo sistematicamente osservando la partita di Calaiò.
Il numero undici sembra sapere un attimo prima degli altri dove arriverà la palla, come arriverà e a chi indirizzarla.
Ė evidente che un giocatore con queste capacità, contro le difese chiuse e schierate, ė l’unico in grado di creare superiorità numerica con tocchi smarcanti o anche solo con una finta; se poi gli viene concesso un metro di libertà su palla inattiva, l’epilogo ė scontato.
Un attaccante di questo calibro e queste doti, indubbiamente mancava allo Spezia della scorsa stagione, specialmente nelle partite casalinghe, in cui spesso le buone trame offensive andavano a sbattere contro veri e propri muri difensivi eretti dall’allenatore di turno.
Insomma, un giocatore così al “Picco” non si era mai visto: decisivo e funzionale in tutti gli aspetti del gioco offensivo, praticamente insostituibile.

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